Luca Pagliari racconta a studenti e cittadinanza la violenza adolescenziale e sulle ragazze

Giornata intensa e ricca di emozioni quella promossa dal Rotary Club di Faenza che, come da alcuni anni a questa parte, ha organizzato un occasione di formazione e dibattito sui temi del disagio giovanile che nasce da stili di vita difficili, atti di violenza fisica e psicologia, discriminazioni di genere e stato. Protagonista dei diversi incontri è stato Luca Pagliari, noto giornalista marchigiano che da tempo realizza importanti campagne nazionali di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche del disagio giovanile, degli stili di vita, dell’etica e della legalità con i suoi racconti, documentari e film.

Nel corso della mattinata, presso l’Aula Magna dell’Istituto Oriani, oltre 600 ragazzi appartenenti alle seconde classi degli istituti superiori faentini, alla presenza del Presidente del Rotary Club Faenza Andrea Rava, del Sindaco di Faenza Massimo Isola, dell’ Assessora alla Scuola, Formazione e Sport del Comune di Faenza Martina Laghi, e grazie anche all’impegno di Maria Luisa Martinez, socia del club faentino, hanno ascoltato da Luca Pagliari – con linguaggi appropriati all’età del pubblico presente – narrazioni relative ad episodi negativi di bullismo e cyberbullismo. Il dibattito ha generato negli studenti emozioni e reazioni, talora incredulità e perplessità, tipiche della loro età. E’ stato comunque appreso e condiviso il messaggio per cui sono le famiglie, gli amici veri, la scuola, ma anche la vita sana di gruppo, ad essere di aiuto nei momenti difficili in cui si prova disagio e isolamento, fino all’estremo dell’autolesionismo.

Nel pomeriggio, è stato trattato il tema della violenza sulle donne, proseguendo con un incontro-dibattito presso Faventia Sales centrato su un racconto che lascia poco spazio all’interpretazione: “Schiava a 16 anni. Il decalogo dell’inferno, i dettagli nella cronaca”. L’intervento introduttivo di Massimo Isola, Sindaco di Faenza, ha voluto sottolineare l’importanza di promuovere dibattiti sul tema della violenza al femminile e l’importanza di poter contare sulle istituzioni del territorio, sul lavoro delle forze dell’ordine, su associazioni che aiutano le vittime in difficoltà: donne che devono abbandonare la famiglia, il lavoro, i figli, nell’incertezza del domani.

Luca Pagliari, con tono asciutto, giornalistico, spesso richiamandosi alla cronaca giudiziaria, ha raccontato un dramma che è anche un fatto di cronaca legato ad una serie di violenze perpetrate su un’adolescente. Ha ripercorso la vicenda di una sedicenne caduta nella rete di un mostro: il plagio, le violenze, l’isolamento, l’imposizione di regole terribili, la paura, ma anche la forza di una madre che è riuscita con intelligenza, e soprattutto grazie all’amore, a sottrarre la figlia al suo carceriere. Quella della protagonista non è solo la sfida alle devianze mentali dell’aguzzino, ma anche la sfida ai luoghi comuni, ai pregiudizi e a quell’impalpabile forma di razzismo che spesso accompagna storie del genere. Al termine della sua narrazione, Luca Pagliari, svestendo i panni dello “storyteller”, ha assunto quelli di conduttore coinvolgendo in un lungo dibattito alcuni testimoni diretti che, con ruoli diversi, hanno quotidianamente a che fare col tema della violenza sulle donne.

Daniele Barberini, Procuratore della Repubblica di Ravenna, ha confermato la tragicità dell’incremento del numero di violenze ordinarie, di episodi che non occupano le prime pagine dei giornali, ma che nascondono drammi profondi e inquietanti. Ha preso poi la parola Irene D’Elia, psicologa e psicoterapeuta che opera tra Ravenna e Cesenatico, che è stata chiamata ad esprimersi sugli aspetti psicologici, legali e culturali che stanno al centro del problema. Tantissimi i casi che si devono affrontare e che oggi coinvolgono tutte le fasce d’età, senza particolare distinzione tra classi sociali, etnie o religioni. Tutto rischia di essere inefficace se poi non sono disponibili strutture e servizi di accoglienza che aiutino le persone coinvolte a cambiare vita per evitare, spesso nell’anonimato, che le vitime tornino nelle mani dei loro persecutori.

Luca Pagliari ha infine voluto raccogliere la testimonianza di Silvia Dal Pane, operatrice volontaria dell’Associazione SOS Donna (centro antiviolenza di Faenza) che si impegna su tanti fronti a favore di donne in difficoltà o maltrattate: prima accoglienza, assistenza telefonica personale, colloqui preliminari per individuarne i bisogni; percorsi personalizzati per rafforzare la fiducia nelle proprie capacità, supporto verso un percorso di autonomia, consulenza legale, orientamento e accompagnamento al lavoro, reperimento di un rifugio in caso di situazioni di emergenza. Proprio quest’ultimo è uno degli aspetti organizzativi più difficili: non tutti i centri di assistenza dispongono di “case rifugio” sufficientemente decentrate e anonime, ove una donna possa essere sicura della propria incolumità.

Imprescindibile il sostegno degli enti pubblici e delle associazioni, come fatto con orgoglio anche dal Rotary Club di Faenza, per sostenere questi impegni e affiancare le forze dell’ordine nel loro lavoro di indagine, prevenzione e repressione.

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