Incontro con Vittorio Argnani: la poesia dialettale di Tonino Guerra

All’inizio dell’annata rotariana, come da consolidata tradizione, il nostro socio Vittorio Argnani ci prende per mano conducendoci a riscoprire il magico mondo del dialetto romagnolo e dei personaggi che lo hanno reso unico e meraviglioso. Non poteva certamente mancare un tributo a Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore di fama internazionale nato a Sant’Arcangelo di Romagna, in occasione della commemorazione dei dieci anni dalla sua scomparsa.

Tonino Guerra ha trascorso trent’anni della sua vita a Roma, vivendo per alcuni periodi in Russia, sua seconda patria. Nell’immediato dopoguerra a riconoscere il suo talento è Carlo Bo, che cura la sua prima raccolta “I scarabócc”. Gianfranco Contini nel 1972 introduce “I bu”, pietra miliare nella sua opera letteraria. Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Prezzolini, Italo Calvino, Natalia Ginzburg, Elio Vittorini si interessano di lui e quest’ultimo fa pubblicare nel 1952 il racconto “La storia di Fortunato” nella collana I Gettoni. Dai primi anni ’50 Tonino Guerra si occupa di sceneggiatura e scrive per i più grandi registi del mondo, tra questi: Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Federico Felini, i fratelli Paolo e Vittorio Taviani, Francesco Rosi, Theo Angelopoulos, Andrej Tarkovskij. Contribuisce a oltre 120 i film da lui sceneggiati, 12 con Antonioni, 5 con Fellini (fra questi Amarcòrd vincitore dell’Oscar nel 1974). Ad esso si affiancano importanti riconoscimenti a Cannes, Taormina e Venezia, tra cui il David di Donatello, il Premio De Sica, l’Oscar Europeo del Cinema, il Premio quale Miglior Sceneggiatore Europeo e l’americano Jean Renoir Award.

Vittorio Argnani ci ricorda poi la sua attività poetica e letteraria che abbraccia televisione e teatro: sono oltre 50 le sue pubblicazioni che gli fruttano successi e premi; fra questi citiamo il Pirandello, Pasolini Gozzano, Nonino, Carducci, Comisso. Artista multidisciplinare alla stregua dei grandi umanisti del ‘400, si dedica alla pittura, alla ceramica, all’architettura del paesaggio e all’ideazione artistica a tutto campo, che lo porta a realizzare fontane, allestimenti, installazioni e giardini. Muore il 21 marzo (giornata mondiale della poesia) a 92 anni.

La prima parte della presentazione di Tonino Guerra è legata ai suoi tantissimi pensieri che provocano in Vittorio emozioni nella lettura, aprendo la mente a meditazioni molto lunghe e non sbrigative. Decine e decine di pensieri che Vittorio considera pillole e condivide con noi: “Spesso l’orizzonte è dietro di noi”, “I grandi godimenti si possono fare soltanto se condivisi con gli altri”, “Andando avanti è bene se ogni tanto ci voltiamo indietro perché il passato ci aiuta”, “L’amicizia è una farfalla che si posa sulle spalle”, “La polvere si ferma anche sopra gli oggetti di grande valore” e infine “La morte non è mica noiosa, viene una volta sola”.

Un’introduzione fortemente voluta da Vittorio per riportare al centro la figura di Tonino Guerra, conosciuto ed apprezzato a livello internazionale: personaggio a tutto campo dotato di una grande genialità ed onestà intellettuale che ha saputo fondere nelle sue innumerevoli attività, l’amore per il bello e la Romagna.

Vittorio passa poi a raccontare il rapporto di Tonino Guerra con il dialetto, narrandone la deportazione nel campo di concentramento di Troisdorf, in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, leggendo alcuni scritti in cui lo stesso Guerra racconta: “Mi trovai con alcuni romagnoli che ogni sera mi chiedevano di recitare qualcosa nel nostro dialetto”. Tonino Guerra, che conosceva a memoria i Sonetti Romagnoli di Olindo Guerrini, li recitò ai compagni di prigionia per distrarli dall’angoscia e dalla nostalgia di casa.

In seguito, prima di accompagnarci con la sua narrazione nel mondo della poesia dialettale, Vittorio non può esimersi dal farci una considerazione importantissima su Tonino Guerra: con trent’anni di anticipo è stato determinante per influenzare la svolta della poesia dialettale rispetto al passato, inventando il primo modo di fare poesia dilettale simile alla sorella maggiore, la poesia italiana. Infatti, Tonino Guerra libera la poesia dialettale, come già era stato fatto per la lingua italiana, da certi vincoli formali che sono la metrica e la rima.

Dando poi voce agli scritti di Tonino Guerra, Vittorio ci legge alcune sue poesie in dialetto con la traduzione in italiano. Fra le molte letture con cui ci riporta nel magico mondo delle poesie, bellissima e particolare quella della pioggia di cento giorni con l’acqua che si infila nei muri arrivando in biblioteca e bagnando le parole sante che stavano chiuse dentro il convento. Come viene il bel tempo un frate armato di scala porta tutti i libri sul coperto, aprendoli per farli asciugare al sole. Dopo un mese di bella stagione il frate in ginocchio nel cortile in attesa che ci fosse un segnale di vita da parte dei libri, finalmente una mattina le pagine hanno iniziato a muoversi leggere nel vento, sembrava fossero arrivate le api sopra i coppi, ed il frate si è messo a piangere perché i libri parlavano.

L’ultima opera di Tonino, di notevole rilievo, è stata la traduzione libera dell’Odissea portata a termine all’età di 87 anni. La sua opera di traduzione è stata un capolavoro, liberando questo testo che abbiamo avuto modo di conoscere nell’adolescenza, ovviamente con tante incrostature anche retoriche inevitabili nell’ambiente scolastico. Tonino l’ha tradotta liberamente, raccontandola con schiettezza, con umiltà con l’essenza e la tenerezza dell’autentico spirito romagnolo. Un capolavoro riguarda i versi che sono stati accompagnati da illustrazioni realizzate da lui stesso, immagini dipinte che accompagnano la traduzione dell’Odissea con l’innocenza di un bambino. Questa seconda lettura, dopo i versi le immagini dipinte, è stata commentata ed apprezzata nella prefazione da Philip Daverio: Penelope non tesse più la tela ed è tornata a giocare con le farfalle famoso.

A conclusione della serata Vittorio ci dà lettura dell’inizio con la caduta di Troia e del finale con il ritorno a Itaca di Ulisse. Un grande applauso finale da parte dei soci ringrazia il grande lavoro di Vittorio che ci ha dato modo di conoscere molti aspetti di questa importante figura romagnola che molti di noi conoscono per una simpatica pubblicità televisiva, ma non identifica quello che nella vita il dolce Tonino Guerra ha rappresentato per la poesia dialettale, per il mondo del cinema, del Teatro e della cultura in generale. Ancora una volta: Grazie Vittorio.

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